La Pasqua a Pietrapaola

Fiori del periodo pasquale

La Pasqua è sicuramente una delle ricorrenze di maggior importanza del calendario liturgico; come anche altre feste cristiane, essa si è nel tempo arricchita di significati e manifestazioni della religiosità popolare che da un lato fanno capo a miti pagani o del ciclo agrario, dall’altro a rappresentazioni di grande drammaticità.

Le tappe principali della Pasqua a Pietrapaola

Giovedì santo
Durante il giorno si allestisce il sepolcro (u sibburcu): si spoglia l’altare e lo si addobba per l’ultima cena con tappeti e coperte, e si adorna la chiesa con piante chiamate u lavurellu. Queste sono costituite da germogli di grano (oggi anche di ceci) di un caratteristico colore giallo, e simboleggiano la rinascita della natura in primavera come anche la prossima resurrezione di Cristo.
La sera i rintocchi delle campane invitano i fedeli all’ultima cena; dopo, per tutto il periodo pasquale fino alla resurrezione, le campane dovranno tacere e a loro si sostituisce il suono sordo e particolare della tocca-tocca.

Durante l’ultima cena il sacerdote distribuisce il piccellatu, un pane a forma di ciambella.

Venerdì santo
Alle tre del pomeriggio, la tocca-tocca annuncia la morte di Gesù. È allo stesso tempo il segnale per la gente, che si reca in chiesa a pregare.
Venerdì sera le statue dell’Addolorata e di Cristo morto vengono portate a spalla in processione per il centro storico del paese (gli uomini portano il Cristo, le donne l’Addolorata), mentre si intonano i canti religiosi del lutto e della penitenza. Alcuni di essi sono in dialetto calabrese, come “Lu venniri di marzu” e “Jèsu sonannu li trentatrè ure”.

In generale, le processioni pasquali rappresentano una tradizione molto forte nel Sud; le origini si fanno risalire all’epoca della dominazione spagnola, in cui veri e propri gruppi statuari venivano “mostrati” per le vie cittadine. Tuttavia, anche in molti paesi della Grecia odierna si usa portare in processione la statua del Cristo morto adornata di fiori (l’epitafios).

Sabato santo
Alle undici di sera, la chiesa è al buio. Fuori, sulla piazza davanti alla chiesa, il prete benedice il fuoco che arde in un braciere. Con la fiamma benedetta egli accende il cero pasquale, che viene deposto in chiesa vicino all’altare. Dopo la benedizione dell’acqua viene annunciata la resurrezione e a questo punto sbarrinu e campane.

Lunedì dell’Angelo

Giorno di scampagnata fuori porta o pascune. Pur non essendoci un menù fisso, le grigliate sono immancabili.

I dolci tipici della Pasqua nostrana sono la pupa o cullura con l’uovo sodo inserito nel centro e gli squaratelli.

Martedì
Il primo martedì dopo Pasqua a Pietrapaola si festeggia santa Maria di Giacomo, uno dei due patroni del paese. La statua della santa viene portata in processione accompagnata dalla banda musicale. La sera  si assiste al concerto in Piazza Rio. Quest’anno i festeggiamenti sono stati rimandati, a data da stabilire.