C’era una volta il carnevale

Festa cristiana o di origine pagana che sia, da noi il carnevale era ed è soprattutto la festa dei bambini. Dura tre giorni, dalla domenica al martedì grasso.

Ai tempi dei nostri nonni il carnevale era ancora caratterizzato dalla semplicità della vita contadina: i piccoli si mettevano in maschera riciclando i vestiti degli adulti e gli oggetti trovati in casa, mentre per il viso bastava un fazzoletto forato in corrispondenza degli occhi. Altri invece, detti “frassari“, si dipingevano la faccia col carbone. Poi, in gruppo, andavano in giro per il paese e intrattenevano la gente con canti, filastrocche o musiche, cercando di avere qualcosa in cambio: muniti di spiedo, entravano nelle case nel tentativo di sfilare le salsiccie ancora appese alla pertica.
La sera del martedì grasso un uomo del posto, Micuzzu e mastru Giuvanni, fissava su uno dei suoi asini bardati con nastrini colorati, pon-pon di lana e campanellini un fantoccio di paglia. Questo pupazzo, vestito con giacca, pantalone e cappello, era u Nannu, la personificazione del Carnevale ormai morto. U Nannu veniva portato in processione per il paese, seguito da un corteo funebre composto da due figure vestite di nero, il “marito” e la “moglie” (generalmente impersonate da due uomini) e da altre persone munite di campanacci, secchi di lamiera trasformati in tamburi o simili oggetti. Il corteo avanzava così tra il suono chiassoso del gruppo e il lamento di marito e moglie: “Oji Nannerellu meju, pecchì sì mortu ca sì statu bonu, e chine me ddune mù i sordi?“. Arrivati al Rio, si accendeva la focarina, si bruciava u Nannu e si continuava la festa tra musica e danza, mentre Micuzzo suonava la tarantella.

Ai nostri tempi non si “ciange” più il Nannu; mentre i bambini nelle scuole, con la fantasia e magari l’aiuto delle mamme si trasformano in pirati e principesse, gli adulti più nostalgici ogni tanto ci riprovano a modo loro, come negli anni Novanta, quando il carnevale pietrapaolese fu riproposto con le tarantelle in piazza Rio e con il corteo in maschera.

In Calabria il carnevale è ben vivo a Castrovillari, con sfilate di carri allegorici e la partecipazione di gruppi musicali italiani ed esteri.