Sanguinaccio

1 litro di sangue del maiale appena ucciso
1 litro di mosto cotto
una manciata di uvetta passa (o a piacere)
una manciata di noci (ed eventualmente mandorle) divise in quarti (o a piacere)
la buccia intera di un’arancia tagliata a elica o quella di un limone (o entrambe)

Al momento dell’uccisione, raccogliere il sangue del maiale in un contenitore. Passarlo al setaccio per eliminarne le impurità (come ad es. le setole), quindi aggiungere tutti gli altri ingredienti. Mettere sul fuoco e cuocere a fiamma molto molto bassa per evitare che si formino i grumi*. Girare spesso con un cucchiaio di legno finché il liquido non si addensa e assume una consistenza cremosa. A questo punto togliere le bucce di arancia e di limone e versare il resto nei vasetti.
Consumare il sanginaccio nel giro di 20-30 giorni.
Per una più lunga conservazione (fino a 2 o 3 mesi): coprire il prodotto nel contenitore con due o tre dita di grasso** dello stesso maiale (da eliminare al momento della consumazione).
A Pietrapaola, il sanguinaccio viene tradizionalmente consumato a Pasqua o in primavera, spalmato sul pane oppure adoperato per riempire le chjinulille.

Ricetta e informazioni di za Rosa e Vittoria

*Anticamente il prodotto non si riscaldava sul fuoco ma sulla brace. La cottura lenta gli conferisce il caratteristico colore nero-violaceo.
**Riscaldare il grasso sul fuoco in modo da scioglierlo e versarlo appena tiepido sul sanguinaccio. Subito dopo, deporre il contenitore in un luogo ben freddo (tipo il davanzale esterno della finestra), in modo che il grasso si addensi velocemente e non penetri nel prodotto.